POSA INCOLLATA. QUALI ADESIVI?

17 Aprile 2020

POSA INCOLLATA. QUALI ADESIVI? Le pavimentazioni in legno fanno parte delle nostre abitazioni da centinaia di anni. Solo in Italia ne abbiamo tanti esempi: palazzi, residenze reali e caffè storici, in città colme di storia. In passato i sistemi di posa erano sicuramente diversi da quelli di oggi. Alcuni di questi sistemi sono tuttora usati, mentre altri si sono evoluti: agli inizi gli adesivi non esistevano e si utilizzavano sistemi di posa a secco oppure si fissavano gli elementi utilizzando strati di catrame ancora caldo. Con l’arrivo degli adesivi chimici, i parchettisti hanno visto semplificarsi le loro operazioni: lavori più veloci e più duraturi nel tempo, possibilità di posa su svariati sottofondi con incollaggio di elementi anche di grandi dimensioni. Le caratteristiche di un adesivo ottimale Garanzia di buona adesione e coesione. Ecco perché è fondamentale capire quale adesivo è idoneo per ciascuna tipologia di intervento. Buona resa del prodotto. Ciò riduce gli sforzi applicativi e lo spreco economico. Emissioni di VOC sotto controllo. Un tema fondamentale per la tutela ambientale e la salute degli operatori e dei clienti finali. Adesione e coesione In merito alla garanzia di buona adesione e coesione occorre precisare che si tratta di due fattori connessi, che dipendono: dalla composizione chimica dell’adesivo, dalla condizione del sottofondo di posa e dalla messa in opera. Adesione e coesione sono due diverse forze di legame. Tali legami possono crearsi tra le molecole di un composto (coesione) oppure tra le molecole di un composto adesivo e quelle di un altro materiale (come quelle di un sottofondo) e in questo caso parliamo di adesione. Adesione e coesione dipendono anche da altri fattori quali, per esempio, una corretta preparazione del sottofondo e una giusta posa in opera. Occorre pertanto valutare sempre temperatura e umidità ambientali in cui si opera. Se non correttamente rilevate e interpretate possono compromettere la bagnabilità e/o la viscosità dell’adesivo. Adesivo e forze di legame Il compito principale dell’adesivo è quello di trasformarsi da liquido a solido per creare le forze di legame. Questa trasformazione dipende dalla composizione chimica dell’adesivo stesso, ovvero dal rapporto di miscelazione tra resine, solventi/acqua, cariche, additivi ed eventuali induritori. I prodotti in commercio In commercio troviamo numerosi prodotti con diverse composizioni e per diversi utilizzi. Possiamo però suddividerli in 3 grandi categorie: 1. Adesivi non reattivi monocomponenti (la classica vinilica ne è un esempio). Questi adesivi sono formati da una parte solida (la resina) che viene sciolta nel veicolo (solvente) che può essere a base acqua oppure solvente. L’adesivo indurisce lasciando evaporare il solvente nell’aria. Se è a base solvente, quindi, attenzione alle emissioni. Mentre se è a base acqua possono verificarsi imbarcamenti del pavimento in legno. Gli adesivi non reattivi monocomponenti hanno caratteristiche di flessibilità, ma sono sensibili ai liquidi, come i solventi, o all’acqua e il calore può disgregare il prodotto indurito. 2. Adesivi reattivi bicomponenti (la classica epossi poliuretanica e la poliuretanica bicomponente ne sono un esempio). In commercio vengono proposti nella doppia confezione abbinata: la confezione grande contiene la resina liquida, mentre la piccola l’induritore. Per utilizzarli al meglio è necessario prestare attenzione alla miscelazione. La reazione, infatti, deve avvenire alla […]

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LA NUOVA UNI 11371:2017 SUI MASSETTI PER PARQUET E PAVIMENTAZIONI DI LEGNO

5 Febbraio 2019

LA NUOVA UNI 11371:2017 SUI MASSETTI PER PARQUET E PAVIMENTAZIONI DI LEGNO Aggiornata la norma UNI 11371:2010. A sostituirla la nuova UNI 11371:2017 Massetti per parquet e pavimentazioni di legno – Proprietà e caratteristiche prestazionali. La norma definisce, appunto, le proprietà e le caratteristiche prestazionali dei massetti: cementizi o a base di leganti speciali, e a base di solfato di calcio, destinati alla posa mediante incollaggio di parquet e pavimentazioni di legno per interni. UNI 11371:2017 si applica ai massetti di nuova costruzione e ai ripristini di massetti esistenti, escludendo i sottofondi strutturali, bituminosi e a secco. I massetti, lo ricordiamo, si distinguono in base al tipo di legante utilizzato per il loro confezionamento e alle modalità di realizzazione. La norma UNI 11371:2017 considera i massetti a base cementizia o a base di leganti speciali e i massetti a base di solfato di calcio (anidrite), di classe CT e CA secondo la UNI EN 13813. In questo articolo ci soffermeremo sulle modalità di realizzazione delle due tipologie di massetti contemplati dalla norma, rimandando, per ulteriori approfondimenti, al testo integrale UNI 11371:2017. MASSETTI CEMENTIZI O A BASE DI LEGANTI SPECIALI Modalità di realizzazione In funzione delle modalità di realizzazione, e secondo UNI EN 13318, i massetti cementizi e a base di leganti speciali possono essere suddivisi in: 1. Massetti non aderenti (desolidarizzati) Realizzati interponendo tra il massetto stesso e il supporto uno strato separatore orizzontale e posizionando lungo il perimetro delle pareti e intorno alle strutture in elevazione uno strato di materiale comprimibile. Tale modalità di realizzazione consente inoltre di svincolare la pavimentazione dalle deformazioni della struttura, quali per esempio assestamenti, contrazioni per ritiro igrometrico, dilatazioni termiche, cedimenti delle fondazioni di modesta entità. Lo strato separatore crea una barriera efficace e durevole che impedisce la risalita di umidità dal sottofondo. Lo strato separatore, per impedire efficacemente la risalita di umidità dagli strati inferiori, deve essere costituito da un freno al vapore a bassa diffusività o da una barriera al vapore con valore relativo dello spessore d’aria equivalente Sd maggiore di 40 m, come indicato nella UNI 11470. Tale valore di Sd deve essere considerato come riferimento per qualsiasi materiale impiegato con la funzione di freno al vapore. In ogni caso, risulta opportuno fare riferimento ai dati tecnici forniti dal fabbricante dello strato separatore. Lo spessore minimo medio nominale del massetto desolidarizzato varia in funzione della destinazione d’uso della pavimentazione: per esempio 40 mm nel caso di destinazione d’uso civile, 60 mm nel caso di destinazione d’uso commerciale. Per lo spessore minimo di massetti realizzati impiegando prodotti premiscelati o con altre soluzioni occorre attenersi alle indicazioni del fabbricante, fermo restando le caratteristiche prestazionali. 2. Massetti galleggianti Sono desolidarizzati, posati su uno strato di isolamento termico e/o acustico che può essere interposto tra questi e uno strato di compensazione e/o alleggerimento e completamente separati da altri elementi dell’edificio quali pareti e strutture in elevazione. In questo caso lo spessore del massetto deve essere dimensionato in relazione alle caratteristiche di comprimibilità degli strati sottostanti e può essere interposta una rete elettrosaldata a metà dello spessore per favorire la distribuzione dei carichi ed evitare fenomeni di […]

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