TEAK
Nome commerciale: Teak Nome botanico: Tectona grandis L.f. Area di vegetazione naturale: Foreste di pianura e di collina dell’Asia meridionale, dall’India al Vietnam. Con piantagioni artificiali è stata diffusa anche a Giava e Indonesia, nonché in alcune zone dell’Africa equatoriale Caratteristiche dei fusti: L’albero raggiunge altezze fino a 40-45 m e diametro a petto d’uomo di 1 m con fusti regolari Aspetto: Durame bruno dorato o bruno grigiastro con variegature assai più cupe. Alburno bianco giallognolo nettamente differenziato Tessitura: Media Fibratura: Prevalentemente diritta Massa Volumica al 12%: 680 kg/mc Ritiro: Medio Ritiro specifico: 0,21 Stabilità dimensionale: ***** Elevata Durezza alla penetrazione Brinnell: *** Media Durabilità: Ottima per il durame, scarsa per l’alburno Ossidazione: Media Verniciatura: Non problematica Altre caratteristiche: Può contenere inclusioni minerali che provocano la rapida smussatura dei ferri. Le superfici grezze hanno un aspetto oleoso dovuto ai particolari estrattivi contenuti nelle cellule. Allo stato fresco il legno ha un leggero odore simile al cuoio Fonti Il Parquet dal progetto alla posa in opera (A.I.P.P.L. – F.L.A.) Antologia del legno (Guglielmo Giordano)
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MATERASSINO: TRA PARQUET E SOTTOFONDO, PER UNA POSA FLOTTANTE PERFETTA Il sistema di posa flottante è una tipologia di posa del pavimento in legno che si basa sull’utilizzo di un materassino interposto tra il parquet e il sottofondo. Questa tipologia di posa è assolutamente necessaria per la posa di pavimenti in laminato e Lvt, ma è idoneo e sicuro anche per la posa di pavimenti in legno stratificati, controbilanciati, con incastri a secco. Ancora oggi però ci sono tanti pregiudizi sulla posa flottante, tanto da renderle difficile il confronto con la posa incollata. Incollare è meglio? Non sempre Ci sono diversi fattori che dovrebbero convincere i committenti, ma anche gli addetti ai lavori, che la posa flottante, se fatta a regola d’arte, è qualitativamente pari a quella incollata, e forse anche consigliata. In situazioni estreme, infatti, può permettere la posa di un pavimento in legno che, invece, con la posa incollata non si potrebbe installare a regola d’arte. I plus della posa flottante: Offre stabilità dimensionale ai pavimenti in legno. Spesso si attribuisce alla posa flottante una scarsa stabilità pensando, erroneamente, che i pavimenti flottanti “ondeggino su e giù” e che si muovano facilmente. Come ben noto, però, tutti i pavimenti in legno hanno variazioni dimensionali che dipendono direttamente dai cambiamenti climatici (temperatura e umidità) dell’ambiente in cui sono stati posati. Se prendiamo in esame un pavimento in legno posato incollato e, uno identico, posato flottante, e li sottoponiamo a forti variazioni di temperatura e umidità nel loro ambiente, otterremo due comportamenti diversi. Nel primo caso (posa incollata) il pavimento, essendo “ancorato al sottofondo” tramite l’adesivo, avrà scarse possibilità di movimento e dovrà di conseguenza liberare le sue energie deformando gli elementi. Nel secondo caso, invece, essendo posato flottante, rimarrà svincolato dal sottofondo e avrà la possibilità di dilatarsi e/o ritirarsi senza deformare gli elementi. Cosa ne conseguirà? Con la posa incollata registrerò, probabilmente, più danni o maggior dispendio di energie per la riparazione del pavimento deformato. Con la posa flottante si verificheranno delle fessurazioni e/o dilatazioni che, con minor sforzo, si sistemeranno. Inoltre, in caso di interventi di ripristino, lo smontaggio degli elementi da una posa flottante risulterà più semplice di quello da posa incollata. È idonea alla posa su massetto radiante. Le aziende produttrici di materassini si sono sempre più impegnate, nel tempo, a sviluppare prodotti al passo con le nuove tecnologie del mondo edile. Il pavimento con pannelli radianti è sempre più diffuso, anche nelle ristrutturazioni dove, a volte, si possono sfruttare solo spessori ridotti. La posa flottante su pannello radiante, se fatta con materassini idonei, offre ottime caratteristiche. Come noto, il limite di resistenza termica per un sistema di riscaldamento a pavimento è di 0,15 mq k/w. I materassini studiati per questi casi sono costituiti da materiali termo conduttivi e con densità molto alte. Hanno valori di resistenza termica di 0,01 mq k/w e dunque consentono di mantenere il limite generale di resistenza, rendendo compatibile questo sistema di posa con il riscaldamento a pannelli radianti. Riduce la “rumorosità” del pavimento. Come detto, la posa flottante richiede l’installazione dello strato isolante (materassino) tra il pavimento e il sottofondo. […]
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FACCIAMO CHIAREZZA SULLE TIPOLOGIE DI POSA Quando il parchettista affianca e guida il cliente nella scelta di un pavimento in legno, spesso deve rispondere al quesito: «Qual è la migliore tipologia di posa per questo lavoro?». Un dato è certo. Prima di individuare le dimensioni degli elementi in legno che costituiranno la pavimentazione e la successiva scelta della geometria di posa bisogna capire la tipologia di posa. Posa flottante, incollata, chiodata/avvitata Le principali tipologie di posa sono: Posa flottante (o galleggiante) Posa mediante incollaggio Posa mediante chiodatura/avvitatura Partiamo dal piano di posa Prima di approfondire le varie tipologie di posa è importante verificare i requisiti che assolutamente deve avere il piano di posa per poter procedere con la messa in opera rispetto alla tipologia scelta. Per piano di posa si intende la superficie sulla quale, con diverse metodologie, vengono applicati gli elementi in legno che costituiscono la pavimentazione finita come per esempio: un massetto cementizio o in anidrite, un precedente pavimento in ceramica, in marmo o in parquet, ecc. Posa flottante Il parquet è un’unica superficie di legno semplicemente appoggiata al piano di posa e viene realizzata con elementi muniti di incastro maschio/femmina o a mezzo di qualsiasi meccanismo che ne assicuri l’accostamento degli elementi stessi secondo le indicazioni dei produttori e generalmente di dimensioni importanti. Gli elementi con incastro maschio/femmina vengono uniti fra di loro con un sottile strato di colla vinilica in classe D3, dal lato dell’incastro della femmina. Il parquet flottante deve essere posizionato su uno strato di isolamento acustico detto “materassino” costituito da vari materiali quali per esempio: espansi ad alta densità, sughero pressato, pannelli in fibra di legno, geotessuti, caucciù e altro. Tale operazione ha una doppia funzione: uniformare il contatto tra il parquet e il piano di posa e limitare la propagazione del rumore negli ambienti sottostanti e all’interno del locale. Laddove all’interno del piano di posa è presente un impianto di riscaldamento e raffrescamento lo strato isolante deve presentare bassa resistenza termica per consentire il corretto irraggiamento del calore. Il parquet flottante deve anche essere posto in opera su una barriera/freno al vapore con un valore SD >40mt come prescritto nella norma UNI 11470:2015. Il valore SD è la capacità degli SMT – Schermi Membrane Traspiranti – (per esempio un foglio di politilene con spessore minimo di 0,2 mm) di lasciarsi attraversare da vapore acqueo in modo controllato. Questa traspirabilità viene espressa tramite valore SD che indica lo strato d’aria equivalente espresso in metri che oppone la stessa resistenza al passaggio del vapore acqueo. La posa flottante caratterizza il parquet con una leggera elasticità che attutisce la rigidità al camminamento. Posa mediante incollaggio Questa tipologia di posa raggruppa sia i parquet prefiniti (stratificati) sia i parquet da levigare (in legno massiccio). Sul piano di posa viene applicato un adesivo mediante spatola a denti triangolari con dimensioni che possono variare in base alle indicazioni del produttore. Mediante la spatola, l’adesivo viene lavorato più volte con ampi movimenti a semi-cerchio sul piano di posa in modo da promuovere il contatto tra l’adesivo e il supporto per ottenere le cosiddette “righe” di adesivo. È importante seguire la scheda […]
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